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In una società che moltiplica le connessioni ma indebolisce i legami, è necessario individuare nuove forme d'integrazione capaci di generare valore e significati, in modalità aperte al contributo di attori diversi. Dopo aver indagato nei loro libri precedenti i modelli organizzativi delle imprese ibride e la funzione coesiva della dimensione di luogo, gli Autori introducono ora un nuovo - radicale - livello di analisi e di azione: il mutualismo. Rigenerato dalla crisi in atto, questo meccanismo può rappresentare la chiave per ricombinare le tradizionali forme di creazione del valore: redistribuzione pubblica, scambi di mercato e relazioni di reciprocità. Sull'onda di un nuovo attivismo e di profonde trasformazioni sociali, il neomutualismo non agisce oggi per costruire nicchie al riparo dai fallimenti dello Stato e del mercato ma per generare impatto sociale, partendo dalle principali trasformazioni socio-tecnologiche e aprendo alla politica e all'economia la possibilità di rifondarsi intorno alla comunità. Per rispondere a questa sfida l'innovazione da sola non basta: occorre abilitare processi e investimenti che incentivino co-progettazione e co-produzione, dando vita a un'economia consortile in grado di favorire la nascita di nuove startup ibride, portatrici di un mindset digitale, orientato alla trasformazione e rigenerazione sociale.